Questi Matti: esercizi pratici e teorici #4

Istruzioni per la risoluzione dei problemi: prima di ogni cosa assegnatevi un tempo; cercate poi di trovare la soluzione e scriverla senza l’ausilio di una scacchiera; se e quando risulterà difficile trovare la soluzione a mente, allora trasponete su una scacchiera e muovete i pezzi. Scrivete tutte le soluzioni e varianti.

In ogni esercizio Muove sempre il Bianco

Le soluzioni le troverete alla fine dell’articolo. Vi basta cliccare sul pulsante. Buon allenamento.

#10

La buona creanza

Ciò che manca in ogni epoca per sovrabbondanza, soprattutto in questa nostra così pasciuta dalla volgarità come segno distintivo, è la buona creanza. 

Tutte vacue forme si agitano in molti, mentre solo pochi conoscono che non esiste sostanza ove la forma manchi. Così, ogni buon cavaliere, si accerta sempre e per primo che la propria dama non corra pericoli.

#11

Donne vittoriose

Sono troppe le donne che inveiscono a torto contro la mala educazione degli uomini, distogliendo in tal modo l’attenzione dal fatto che gran parte esse hanno nell’educare i futuri maschilisti!

Rare e preziose sono coloro le quali dedicano il tempo a far divenire galantuomini i loro giovani virgulti. Un tale sostegno accresce il compito degli uomini e l’abnegazione messa in questo compito apre la strada a nuove generazioni di donne vittoriose.

#12

Vere conquiste

Bisogna essere davvero molti forti e di gran lunga grandi educatori dei propri istinti, per conquistare una donna lasciandole la libertà di muoversi a suo piacimento.

La fortuna di un simile antico cavaliere sarà quella della fedeltà più assoluta. L’abnegazione in simili conquiste è necessaria, prima o poi, ma della potenza del femmineo risplenderà la sua gioia. 

 

Questi Matti: esercizi pratici e teorici #3


Istruzioni per la risoluzione dei problemi: 
prima di ogni cosa assegnatevi un tempo; cercate poi di trovare la soluzione e scriverla senza l’ausilio di una scacchiera; se e quando risulterà difficile trovare la soluzione a mente, allora trasponete su una scacchiera e muovete i pezzi. Scrivete tutte le soluzioni e varianti.

In ogni esercizio Muove sempre il Bianco

Le soluzioni le troverete alla fine dell’articolo. Vi basta cliccare sul pulsante. Buon allenamento

 

#7

Il coraggio è azione

Il coraggio autentico non partecipa nella maniera più assoluta del timore. Chi afferma il contrario, lo dice a colui il quale, bloccato dalla paura, non è riuscito a compiere nessuna azione davanti al pericolo.

Il coraggio, in vero, è pura forza di volontà che non vuol soccombere e che in questa eccitante lotta risveglia ogni singola forza, combinandole in pura azione.

#8

Il significato della doppiezza

Alla doppiezza gli uomini hanno sempre erroneamente attribuito un valore genericamente negativo, come se solo una faccia delle monete fosse vera e l’altra, invece, irrimediabilmente falsa.

Occorre coraggio per votarsi a un dio a due facce, quando si è difronte al destino. E’ soltanto nella ambivalenza che di volta in volta il mondo acquisisce l’appellativo di vero!

#9

Contro il destino

A volte il destino sembra avere forze in sovrabbondanza e non sembra affatto temere ogni nostra azione. 

Non giova a nulla, in simili frangenti, restarsene in difesa, rintuzzando i vari attacchi del fato. Occorre, invece, coraggio e forza di autodeterminazione. Raccogliere le proprie forze in azione simultanee, che stabiliscano una volta per tutte quale parte deve avere il nostro divenire al mondo.

Questi Matti: esercizi pratici e teorici #2

 

 Istruzioni per la risoluzione dei problemi: prima di ogni cosa assegnatevi un tempo; cercate poi di trovare la soluzione e scriverla senza l’ausilio di una scacchiera; se e quando risulterà difficile trovare la soluzione a mente, allora trasponete su una scacchiera e muovete i pezzi. Scrivete tutte le soluzioni e varianti.

 

In ogni esercizio Muove sempre il Bianco

Le soluzioni le troverete alla fine dell’articolo. Vi basta cliccare sul pulsante. Buon allenamento!

#4

Linee armoniche

L’amicizia si accorda esclusivamente su alte e rare linee armoniche. Essa è rara e spesso la vita richiede a coloro che ne partecipano di percorrere strade diverse.

Troppi si smarriscono, non ritornando mai più a casa, non ritrovando mai quell’armonia della quale per sempre sentiranno la mancanza. Altri, invece, non riuscendo a viverne senza, compiendo i passi esatti, anche quando si allontanano si ritrovano, poi, in una sintonia che sembra essere la loro essenza.

#5

La forza d’attrazione

La solitudine è un’amica potentissima. Agli occhi degli altri, al sicuro dietro tanti scudi: famiglia, compagni, colleghi, soci; agli occhi degli altri sembra priva di qualsiasi forza coordinativa. Non vi è, tuttavia, forza di attrazione più grande. Intorno ad essa stanno in molti, come gli uomini al pascolo del potere, pronti a servire in ogni occasione.

L’amicizia in nome della gloria, del tornaconto, dell’interesse orbita sempre intorno a solitudini forti e terribili.

#6

La naturale inclinazione

Non di rado ci sentiamo al sicuro e ben protetti, rinchiusi dentro il nostro mondo, governati dal solo nostro ego il quale di se stesso si nutre, smisurato.

Proprio in tali frangenti, in vero, il destino, in consorzio con la naturale inclinazione all’associazione degli animali, si abbattono con una tempesta improvvisa sulle nostre certezze.

Di concerto e muovendosi in sintonia, ci fanno ammattire e dubitare delle nostre sicurezze.

C’è il lockdown, h6 è buona, e anch’io non ho più molte certezze

Come ogni mattino, ho aperto gli occhi. Fuori, guardando dalla finestra, c’era il sole che sorgeva. Bene, ho pensato, anche questa certezza almeno per oggi è assodata.

Pieno di energia e scattante come un bradipo che sonnecchia all’ombra realizzo, arrivato in soggiorno, dalle mascherine sul tavolo e dalle camice bianche non stirate, che siamo ancora in piena pandemia e, sì, c’è il lockdown. Sono rinchiuso in casa e non posso andare al lavoro.

Poco male, il sole continua a splendere, è davvero una bella giornata. Mi rianimo, quindi, e dopo un buon caffè approfitto del giorno di mercato. Autocertificazione in tasca, vado a fare una passeggiata e la spesa. Al ritorno a casa, studio, gioco, mangio e rido (sono da solo, ma meglio non dire a nessuno quest’ultima azione. Tanto chi la verrà mai a sapere!). Telefona anche il presidente con il fiato alla Pantani e l’aria di montagna che attraversa il telefono, quasi mi convince a comprare una bicicletta. Chiusa la cornetta (a qualcuno verrà la certezza della nostalgia) metto la tuta ed esco fuori all’aria fresca del giorno, indosso la mascherina e senza autocertificazione, dopo poco ho il fiatone.

Uno di questi giorni devo provare ad uscire con la scacchiera sottobraccio e la tasca vuota. “Scusi, agente, sono uno sportivo e sto facendo attività all’aperto!”. Al massimo scriverò un articolo con la foto della multa e il cuore duro dell’agente che neppure Netflix è riuscito ad intenerire!

Al ritorno, dopo una doccia rigenerante, mi metto ad analizzare alcune mie partite. Tutto andava bene e la certezza che il mondo ruotava nel verso giusto era confermata dalla litania di varianti che il motore sciorinava con noncuranza da Gran Maestro davanti a una categoria nazionale. Non mi sono lasciato intimidire, rispondevo sventolandogli, a mo’ di autocertificazione, le mie vittorie a gioco scorretto!

Le certezze che governano il mondo, dopo lo schiaffo del lockdown, sembravano far trascorrere il giorno così, come la vita lo aveva concepito nell’assoluta casualità degli eventi. D’un tratto, tuttavia, mi ritrovo davanti la posizione che vedete.

Io ricordo bene quale mossa da numero infinito di interrogativi ho giocato, e non me ne capacito. Mi sono parato le mani alle orecchie, temendo che persino stockfish, non solo mi avrebbe malamente sgridato, ma addirittura colpito con un meritatissimo ceffone. Così, con la paura che le certezze del giorno diventassero un macigno pesantissimo e difficile da sollevare dal petto del proprio morale, ho pigiato per andare alla mossa successiva e:

h6 è buona!… h6 è buona?! Mi sono lasciato sfuggire un matto in una mossa che chiunque, preoccupato, mi avrebbe subito portato da un oculista per quello che non ho visto! Schiere di bambini alzerebbero le mani eccitati di poter dare un così semplice scaccomatto al Bianco, e stockifish dice solo che h6 è buona.?!

Le certezze che guidano la vita crollano in questo modo, quando meno te lo aspetti, lasciando un silenzio che ricorda un tonfo nel vuoto. Non ci si sente molto bene con il vuoto che non si riesce a riempire. Ci vuole molta forza, alcune volte, per resistere alla vita che di tutte le tue certezze ne fa una matassa di dubbi! Per trovarne il bandolo occorre molta ironia!

Al “Gambetto di Donna” preferisco l’insalata

Complice la nuova chiusura forzata e, forse, anche il chiasso più social che mediatico suscitato dalla mini serie televisiva Queen’s Gambit, mi sono dedicato, senza avere il conforto dei popcorn et similia, a guardarne tutti gli episodi.

Tra una puntata e l’altra, ho inserito qualche video di canali scacchistici alla serie dedicati. Primo stupore, interdetto più che persuaso, sembra che il titolo originale mal si adatti all’italiano, che si deve inventare un “La Regina degli Scacchi” giusto per per non uscire dalla festa della banalità. Al sottoscritto “Gambetto di Donna” sembra molto più fedele ed inoltre, seppure mal spiegato (alla sua prima apparizione c’è soltanto il pedone di donna mosso  in d4), veniva chiarito all’interno della serie.

Messa da parte tale corbelleria, la mia curiosità si annoiava parecchio, episodio dopo episodio. Scialba m’appariva la storia, scialbe le partite, le espressioni sulla scacchiera, le mosse sulla scacchiera, fatte come se stessero spostando il caffè su un tavolo del bar, nessuna tensione sul volto dei giocatori, sempre freschi, persino dopo ore di gioco.

Nella “Regina degli Scacchi” non vi è nessuna emozione suscitata dagli scacchi medesimi. L’unica scena in cui veramente l’amore per il gioco si intravede è quella in cui la protagonista osserva il parco di Mosca pieno di scacchisti che giocano. Per il resto, sebbene la consulenza di Kasparov e Pandolfini abbiano evitato la classica casa h1 nera, tutta la serie non è altro che una continua foto di copertina. Le pose sono varie e sono tutte per la pin up (credo che in questo il testosterone abbia annebbiato parecchi scacchisti). Gli scacchi c’entrano poco e a dire il vero persino le corde drammatiche sono toccate con una bella foto da copertina e scene di una banalità che il male levati! Le partite le hanno ricostruito gli scacchisti, perché la miniserie non c’è le ha mai raccontate, inquadrate, fatte vivere e patire, soprattutto ai protagonisti.

Risulta, infine, stomachevole tutto quel buttare a terra i Re. Assolutamente antisportivo alzarsi dalla scacchiera dopo un abbandono senza stringere la mano. Per niente credibile che in un torneo all’italiana all’ultimo turno spariscano gli altri contendenti. Da ridere a crepapelle la scena in cui dei Grandi Maestri che giocano in simultanea lampo, dopo che per giorni hanno studiato tutte le partite in allenamento, giocare poi la Morphy-Alleati senza accorgersene. Non è finzione questa, è ignorare cosa sono gli scacchi!

Tralascio il finale perché di americanate non sono esperto e spesso mi fanno venire il reflusso gastroesofageo. Se qualcuno, ad ogni modo, si appassionerà agli scacchi ben venga, sperando che ricorra subito ai ripari e vada a guardare La Febbre degli Scacchi oppure, se vuole approfondire, Chess me out e se proprio vuole restare aggiornato meglio ascoltare il Caffè di Stay at Chess.

Ora scusatemi tanto, il mio avversario ha appena giocato 1. d4 e a me è venuta una gran fame. Meglio prepararsi una buona insalata che masticare luoghi comuni!

Formulari, mattoni e percorsi scacchistici

Recentemente, a Brescia presso l’Istituto Marco Polo, si è svolta la seconda edizione dell’Autunno Scacchistico: torneo Open a tempo lungo.
Non è nostra intenzione farvi la cronaca della manifestazione, se volete alcuni dati potete andare su Vesus alla pagina del torneo (QUI).
Il formulario, strumento indispensabile pero ogni istruttore serio, questo è l’argomento principale che ci ha richiamato alla memoria l’evento svoltosi nel bresciano.
Un Istruttore che tale vuole essere e che ci tiene a a far sì che il proprio allievo migliori, non può non insegnare la notazione algebrica e sottolineare l’importanza della trascrizione della partita! Il formulario diventa in tal modo un mattone fondamentale per sorreggere il proprio percorso scacchistico e non farlo traballare. E a coloro i quali tale affermazione sembra esagerata, noi rispondiamo che siamo stati testimoni di quanto essa sia vera proprio al II Autunno Scacchistico Bresciano, e ne abbiamo conservato le prove per potervelo mostrare a voi increduli!

Formulari che sorreggono percorsi scacchistici