Cartolina del Giorno (63): verso se stessi

Mia Carissima cara,
tu, come stai? Me lo chiedo spesso da quando i giorni si susseguono, senza incontrarti.
Gli altri ti coprono di piccoli e grandi scherni – che non vi è allegria dice la moltitudine, per chi, matto, non ti ha ancora trovato senza per questo aver mai smesso di cercarti.
Io esco tutte le mattine, per andare al lavoro o per altre inessenziali occupazioni del giorno. Mi vesto a carnevale, allora, e rido e canto per tutto il dì. Da questo palcoscenico, alla fine, faccio un inchino al pubblico senza biglietto!
Per fortuna, mia cara, arriva la sera. Ogni giorno muore senza un sussulto, un fremito, un battito del cuore perché ai Re, la solitudine, lo ha rinchiuso nelle segrete della libertà. Arriva, alla fine, la sera, sopraggiunge senza rumore o clamore, come un sole caldo su di uno splendido ghiacciaio dell’animo.
Mi scioglie un sorriso in volto, i polmoni mi si riempiono d’aria, il pensiero si assopisce: io sento d’esser vivo, allora. Guardo il cielo e la mia amica Luna, ululo alla malinconia, mentre affonda nel tramonto rosso la speranza della mia gioia.
Tu, invece, come stai?
Il tempo è solo lo spazio che intercorre tra due distanze, percorrere le quali è cammino verso se stessi.
Stammi bene, perché io sempre te ne voglio.
Muove il Bianco. Scaccomatto in due mosse!