L’Attesa

                                                                            Tic… Tac…Tic…Tac…
“Mio Re, hai udito? Perché non dai l’ordine di radunare l’esercito?
Non ti riconosco più. Hai forse paura, ora, anche tu? Presto, non c’è tempo da perdere, la battaglia potrà iniziare…”
“Mia cara consorte, quanto sei ancora bella! Il nero tutto, che vesti e indossi, fa ti te una perla rarissima! La tua speranza è il diamante più prezioso, mia Regina. Ahimè, il contro altare è la fiducia di cui si nutre e fa dono!
Lo so, anch’io ho sentito: sono albe che oramai non conto più. Qualcuno trai soldati conta ancora i giorni, però non si ricorda che questi sono solo gli ultimi di una millenaria conta!
Resteremo in attesa, resteremo ad ascoltare i loro proclami, squilli di trombe impavidi all’azione. Dall’una all’altra parte del loro lucente schieramento si levano grida, accuse, intenti, mosse minacciate e sempre ritratte; si nascondono idee sventolate come bandiere, e si indossano bandiere come fossero idee. Mia Regina, io non conosco la verità, ma mille battaglie ho combattuto, tra queste otto maree, tra questi otto venti, tra queste ventisei correnti; ho combattuto con avversari che da mille anni si sono arrogati il diritto di portare civiltà, progresso e mondi migliori. Ora, che aspetto, resto qui in attesa e non mi fa male, mentre osservo la loro rabbia, spumosa come le onde che su questi scogli neri si infrangono. Resto qui in attesa e comprendo che non hanno alcun piano, impotenti come chi ha sognato un mondo migliore, sottratto dal dolore, dalla rabbia, dalle macerie che è loro costato il fallimento.”
Tic… Tac… Tic…Tac…
“”È così allora? Catturati, convertiti, scherniti, umiliati, deportati e alla fine respinti? Rassegnati, questo dobbiamo essere ora? ”
“Mia cara, non diventare come loro. La rabbia nasce dalla paura di ciò che non si comprende, dalla paura che il desiderio migliore di un altro possa rubare ciò che il nostro ha già ottenuto.
Lasciali gridare, lasciali vantarsi, lasciali con i loro grandi generali in difesa del loro mondo: noi resteremo qui e aspetteremo. Aspetteremo e non useremo mai la memoria per ottenere del buono. I buoni sono inutili al mondo e la memoria non è altro che un lavacro per la coscienza! Resteremo in attesa della lora prima mossa, aspettando che avvenga, aspettando che, finalmente, vogliano lottare con noi, insieme e contro ma lottare finalmente per un altro mondo: il mondo sempre nuovo che sorge all’indomani di una nuova alba.
Credono, forse, di arrestare la rotazione della terra? Credono, forse, di poter liberarsi della responsabilità di agire, fare, decidere, costruire, vivere?
I rassegnati, mia nera Regina, sono loro. Hanno paura che il mondo muti, vogliono il controllo su come muterà il mondo. Questo nostro mondo, tuttavia, non chiederà loro il permesso per cambiare. Cambierà e della loro paura se ne farà beffe, sento già le risate del tempo che, qualunque sia il risultato più prossimo, svelerà a tutti di aver avuto la lungimiranza di un piano, una strategia in queste ed in altre mille e millemilioni di partite.
Che continuino a chiamarci delinquenti, assassini e stupratori, persino ruba-lavoro, come se a noi la vita ci avesse negato il sale ed il pane, per essere nati. Invocano i loro diritti, come se i loro padri e nonni e bisnonni non avessero lottato, combattuto conquistato quello che, dicono, ora gli sia dovuto. I rasseganti sono loro, perché non rammentano più che ogni respinto, tra i loro conati di nausea, cerca solamente di conquistare una morte splendente di dignità.
Noi aspetteremo, aspetteremo e aspetteremo, mia consorte, perché vogliamo lottare su queste onde bianche a giorno come su quelle scure a notte; vogliamo lottare per combinare queste molteplici possibilità in un’altra realtà vivibile; vogliamo lottare per avere un pò di sale dalla vita, e pane perché abbiamo fame – no, non è vero, non siamo affamati. Fame della stessa vita che ci ha promesso la potenza del nostro volere. Comprendi, tu questo lo comprendi? Non si può arrogare diritti sulla volontà che la vita ha concesso! Lotteremo, quando questa battaglia inizierà! Smetterà questo ticchettio da metronomo e finalmente avremo la possibilità (infinita su queste acque e terre) di lottare (che la ragione serve solo agli sciocchi!), sognare e immaginare un terra nuova, dove chiunque possa esprimere la propria volontà nella misura della propria potenza, questo è libertà. Non questa impotente attesa.”